Le “gambe pesanti” costituiscono uno dei disagi più diffusi.

Questo senso di pesantezza viene percepito come un semplice malessere passeggero e spesso per paura di “disturbare” il farmacista viene sottovalutato e sopportato, e anche se è vero che non è tecnicamente curabile, è possibile tenerlo sotto controllo, migliorando sensibilmente la qualità della vita.

Sappiamo che è coinvolta la “circolazione”, ma spesso non ci sono altri problemi cardiocircolatori, la pressione è a posto, magari anche bassa, i valori anche…

Cosa succede?

Quando il sangue dal cuore arriva alle zone più periferiche, si distribuisce in un labirinto infinito di capillari per portare ossigeno ad ogni singola cellula.

I capillari connettono la circolazione arteriosa (dal cuore agli organi) a quella venosa (dagli organi al cuore).

Purtroppo le vene non hanno una parete molto tonica e non forniscono una spinta decisa che aiuti la risalita del sangue. A questa situazione di partenza aggiungiamo la forza di gravità, scarso movimento, una diminuita elasticità dei tessuti dovuti ad età o variazioni ormonali, ed ecco che i poveri capillari si trovano costretti a gestire un carico superiore a quello che sono in grado di reggere: la loro parete si distende, diventa più permeabile e lascia che il siero (la parte liquida del sangue) passi nello spazio intracellulare.

Esiste un “piano B” all’interno del nostro organismo, il sistema dei vasi linfatici: sono vasi che partono a fondo cieco dai tessuti a livello capillare e sono lì per raccogliere la linfa dagli spazi extracellulari, ma anche loro hanno una bassa capacità di convogliare il flusso verso l’alto.

Le nostre povere caviglie si ritrovano così vittime di un carico di liquidi sempre maggiore che non viene drenato adeguatamente. Il liquido ristagna nello spazio extracellulare, richiama proteine che si distribuiscono a formare una sorta di struttura a spugna che trattiene ulteriormente il liquido, rendendo ancora più difficile il riassorbimento. Si crea quindi un edema, accompagnato da uno stato di leggera ma continua infiammazione che a sua volta richiama liquidi, generando così un circolo vizioso.

Nei casi più gravi i capillari si rompono: diventano visibili sulla pelle le teleangectasie, se non veri e propri lividi che spariscono sempre meno facilmente.

E’ intuibile che il sovrappeso sia un’aggravante, non solo perché i chili in più sono una scomoda zavorra, ma anche perché la massa grassa è un tessuto vivo e funzionale e in quanto tale va esso stesso nutrito: 1 kg di massa grassa contiene 3 km di capillari (10 kg, 30 km!), chilometri di letto vascolare in più che può deteriorarsi e fornire ulteriore fonte di infiammazione.

Cosa si può fare per combattere questo disagio?

Come già detto, l’insufficienza venosa e la predisposizione all’edema purtroppo non sono condizioni curabili, ma per fortuna possiamo intervenire in diversi modi, a patto di farlo con un’attenzione costante.

Innanzitutto è utile tutto ciò che aiuta il deflusso per compressione: massaggi, bendaggi e calze a compressione graduata sono aiuti importanti.

 

E’ però da considerare che un metodo è valido tanto quanto la costanza con cui viene applicato e questi metodi, pur essendo ottimi, sono spesso considerati costosi e poco pratici.

Partire da qualche cambiamento nello stile di vita è a portata di mano e a costo praticamente nullo: alleggerire l’alimentazione (specialmente per quanto riguarda il sale) può diminuire la capacità di ritenere i liquidi e una passeggiata in più fà sì che i nostri stessi muscoli forniscano quel massaggio interno che aiuta il drenaggio.

E’ controproducente partire con propositi “importanti”: meglio iniziare da qualcosa che è per noi sostenibile ogni giorno, fossero anche solo dieci minuti di passeggiata: ogni piccolo cambiamento, se ripetuto, ci ripagherà con gli interessi!

 

Un aiuto dalla natura

 

Per fortuna la fitoterapia ci viene incontro con degli aiuti molto efficaci!

VEROVEN contiene estratti secchi di centella, rusco e meliloto.

 

La centella induce la produzione di collagene, di tessuto connettivo e di componenti specifiche della parete venosa, contribuendo così al rimodellamento e al rinforzo delle pareti vascolari. Ha anche un’azione antiossidante e antinfiammatoria e contribuisce alla risposta di compensazione allo stress, anche a livello del sistema nervoso centrale (questa è in realtà la sua applicazione principale nella medicina ayurvedica)

E’ stata provata la sua efficacia anche nella prevenzione dei gonfiori da viaggio (flight microangiopathy): assumere centella da due giorni prima a due giorni dopo un viaggio medio-lungo può prevenire questo disturbo.

Il rusco agisce sulle pareti venose e linfatiche facilitandone la contrazione e quindi il flusso di ritorno sanguigno.

Il meliloto, ricco in cumarina, ha un effetto miotropico (di distensione muscolare) e proteolitico: spezza e facilita la rimozione delle proteine dallo spazio extracellulare, indebolendo e “ripulendo” la struttura spugnosa che trattiene i liquidi.

 

E’ bene mettere in chiaro che se da un lato gli estratti vegetali forniscono una soluzione pratica ed economica, gli studi che ne comprovano l’efficacia prendono in esame periodi variabili dai 2 ai 6 mesi: VEROVEN non contiene diuretici, quindi l’effetto non sarà visibile da un giorno all’altro.

 

La nostra scelta è invece quella di dare un aiuto più profondo e strutturale, che insieme a piccole variazioni dello stile di vita può con poco sforzo trasformare un circolo vizioso in un circolo virtuoso.