Settembre è mese di “inizi”: riprende la scuola, riprende il lavoro dopo le ferie estive e riprendono via via anche numerose altre attività che andranno a riempire le nostre giornate.
Quest’anno più che mai la ripartenza si presenta faticosa a causa dei difficili mesi passati e delle incognite su quelli a venire.
Quello che è richiesto al nostro corpo e alla nostra mente in questo periodo è di adattarsi ai cambiamenti del nostro quotidiano.
Esistono due piante, il ginseng e la rodiola, che ci possono sostenere in questo processo di adattamento proprio perché adattogene cioè in grado di aumentare la resistenza dell’organismo in presenza di agenti stressanti e di condizioni di “carico” straordinario, sia fisico che mentale.

GINSENG: la radice della vita!

In verità dire semplicemente ginseng è impreciso poiché questa parola ormai da anni viene utilizzata per chiamare “comunemente” molte piante diverse tra loro ma accomunate da un certo tipo di azione cosidetta “ricostituente”.
Le specie più utilizzate sono il Panax ginseng (asiatico) e il Panax quinquefolium (americano).
Il nome ginseng deriva dalla parola cinese jen-shen che significa pianta-uomo, infatti la sua radice, che è anche la parte utilizzata di questa pianta, ha le sembianze di un corpo umano mentre panax deriva dalle parole greche pan tutto e akèia rimedio e significa dunque rimedio per tutti i mali!
Sebbene la ricerca abbia ridotto la sua fama come panacea, ha comunque confermato alcune sue proprietà: tonico-adattogena, ipoglicemizzante ed immunostimolante!
I suoi principali componenti attivi, i ginsenosidi, sono contenuti nella radice e la loro concentrazione aumenta con l’età della pianta e varia a seconda della specie, del luogo in cui la pianta cresce e del trattamento che la droga subisce dopo la raccolta.
Particolarmente studiati sono i ginsenosidi Rg1 e Rb1 che determinano nell’organismo effetti opposti: l’Rg1 aumenta la pressione arteriosa ed ha un’azione eccitatoria sul SNC mentre l’Rb1 ha un’azione ipotensiva e calmante sul SNC.
Il loro rapporto è all’origine delle differenze di attività tra le diverse specie, rendendo ancora una volta indispensabile l’impiego di estratti titolati cioè per i quali si conosca bene il contenuto di principio attivo.
Il ginseng americano, Panax quinquefolium L., si è rivelato essere quello con rapporto più favorevole all’ottenimento degli effetti tonico adattogeni e minor stimolazione cardiovascolare e nervina.
L’azione generale tonico-adattogena dei ginsenosidi si realizza mediante la stimolazione del sistema endocrino (in particolare dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene) e la modificazione dei livelli di alcuni neurotrasmettitori centrali (serotonina, dopamina e noradrenalina) ma si può correttamente affermare che ciascuna delle proprietà del ginseng concorre a renderlo una pianta adattogena.

EFFICENZA MUSCOLARE

All’interno del muscolo scheletrico, i ginsenosidi, soprattutto durante uno sforzo prolungato, favoriscono l’utilizzazione dell’ossigeno e l’ossidazione degli acidi grassi liberi per l’ottenimento di una maggior quantità di energia migliorando la performance fisico-sportiva con riduzione della produzione di acido lattico e dei tempi di recupero.

MEMORIA E CONCENTRAZIONE

A livello neurologico i ginsenosidi (soprattutto ll’Rb1) determinano un miglioramento della memoria, dell’attenzione e delle capacità cognitive mediante stimolazione del sistema colinergico, aumento della disponibilità di colina e della sua trasformazione in acetilcolina.
I ginsenosidi hanno dimostrato avere anche attività neuroprotettiva e gli studi più recenti stanno indagando  sul possibile ruolo del ginseng in patologie neurologiche come l’Alzheimer e il Parkinson.

IPOGLICEMIZZANTE

L’azione regolatoria sul metabolismo del glucosio è dovuta in questo caso ai ginsenosidi ma anche alla frazione polisaccaridica contenuta nella radice. L’insieme di queste sostanze è in grado di aumentare sia la produzione di insulina (per stimolazione delle cellule β del pancreas) che la sensibilità dei tessuti all’azione dell’insulina stessa, favorendo così l’utilizzazione cellulare del glucosio.

IMMUNOSTIMOLANTE

Da una revisione sistematica degli studi scientifici sull’attività immunostimolante del ginseng è risultato che la sua radice è utile nella prevenzione delle infezioni stagionali delle alte vie respiratorie con riduzione della durata e della gravità dei sintomi.
Questo potenziamento della risposta immunitaria è determinato dall’aumento dei livelli di immunoglobuline (difese specifiche dell’organismo a seconda dell’agente infettivo) e dell’attività dei macrofagi e delle cellule natural killer (difese aspecifiche per l’individuazione ed uccisione degli agenti infettivi e delle cellule infette).
L’insieme dell’azione a livello neurologico e di quella sul sistema immunitario fanno sì che il ginseng venga spesso utilizzato come supporto nell’anziano fragile e nelle turbe delle funzioni cognitive correlate all’invecchiamento.
Un’interessante sviluppo dell’impiego del ginseng, che tuttavia richiede ancora estrema cautela ed ulteriori approfondimenti, è quello in ambito oncologico, dove alcuni studi epidemiologici hanno dimostrato che il Panax quinquefolium avrebbe un’azione preventiva sui tumori dell’apparato digerente, del polmone e dell’ovaio e ridurrebbe la stanchezza nel paziente oncologico.
 

RODIOLA: la radice d’oro!

Conosciuta come “radice d’oro” per le sue proprietà la Rhodiola rosea deve il suo nome di piccola rosa (dal greco ῥόδον) all’architettura con cui si dispongono le sue foglie succulente ed al profumo che ricorda quello del più famoso fiore.
Nell’antichità le popolazioni siberiane la utilizzavano per aumentare la resistenza fisica durante i freddi inverni asiatici ed usavano offrirla in dono agli sposi per propiziare la buona salute dei nascituri.
I suoi principali componenti attivi sono alcunii glicosidi contenuti nel rizoma, la parte sotterranea del suo fusto, e tra questi il salidroside e la rosavina sono quelli con la maggior attività biologica e per questo anche quelli con cui vengono titolati gli estratti.
Anche la rodiola è considerata una pianta ad azione adattogena e le sue proprietà vanno a rafforzare e completare quelle del ginseng nella riduzione della sensazione di fatica e nel mantenimento dell’omeostasi e del benessere dell’organismo.
 

TONO DELL’UMORE, MEMORIA E APPRENDIMENTO

Il salidroside inibisce l’enzima che degrada la serotonina e la dopamina rendendole inattive, aumentando in tal modo i livelli cerebrali di questi neurotrasmettitori. A conseguenza dell’aumento della serotonina migliorano soprattutto l’umore ed il sonno mentre l’aumento di dopamina favorisce i processi di memorizzazione e di apprendimento.

RIDUZIONE DEL PESO ed EFFETTO “ANTIFAME”

Questa azione si deve  principalmente alla stimolazione della lipasi, enzima che favorisce la mobilizzazione dei lipidi depositati nel tessuto adiposo. Gli acidi grassi liberati determinano a loro volta una riduzione dello stimolo della fame e della ricerca compulsiva di zuccheri. Se poi all’assunzione della rodiola viene affiancato anche l’esercizio fisico, i risultati sono ancora maggiori poiché gli acidi grassi messi in circolo vengono utilizzati per il fabbisogno energetico richiesto dal movimento. In aggiunta, l’azione sedativa e antiansia propria della rodiola migliora l’adesione alla restrizione calorica della dieta (qualora sia necessaria) e aiuta la sua prosecuzione nel tempo.

AUMENTO DELLA RESISTENZA ALLA FATICA

La rodiola accorcia il tempo di recupero muscolare dopo l’esercizio fisico intenso e prolungato, questo in parte perché aumenta la sintesi di proteine e in parte perché favorisce la penetrazione del glucosio e di altre sostanze utili nelle cellule, favorendone l’utilizzo nei processi metabolici cellulari che portano alla produzione di energia.

SINDROME DA BURNOUT

Il burnout è un disturbo legato principalmente all’ambito lavorativo ed i sintomi sono vari e coinvolgono sia il fisico che la psiche con esaurimento fisico, ansia e irritabilità, panico, senso di colpa e bassa autostima, sfinimento, emicrania, sudorazione, disturbi gastrointestinali, insonnia e deterioramento della vita sessuale.
Nel 2017, in Germania, alcuni ricercatori hanno preso in esame gli effetti dell’assunzione quotidiana per 12 settimane di 400 mg di estratto secco di rodiola su un campione di 118 pazienti vittime di questa sindrome. Il risultato è stato che diversi parametri presi in esame (ansia, perdita di stima in sé stessi, esaurimento, irritabilità, mancanza di concentrazione, sintomi somatici…) erano già migliorati dopo 1 settimana di trattamento ed hanno continuato a migliorare ulteriormente fino alla fine dello studio, con un’incidenza di effetti avversi praticamente irrisoria!
 
Noi abbaimo messo insieme nel nostro VEROTONICO il Panax quinquefolium L. titolato in ginsenosidi con prevalenza Rb1 e la Rhodiola rosea titolata in salidroside.
Buona ripartenza!!!