Il 14 novembre è la GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE .

In occasione di questa giornata e per tutta la settimana da lunedì 11 a sabato 16 novembre potrai venire presso la nostra farmacia (preferibilmente a digiuno) per effettuare una misurazione gratuita della glicemia e compilare, con il nostro aiuto, un questionario con cui conoscere la probabilità di sviluppare la malattia nei prossimi 10 anni.
SE INVECE SEI UN PAZIENTE  cui è già stato diagnosticato il diabete e sei in terapia ti faremo una brevissima “intervista” con cui potrai sapere se ti stai curando nella maniera più adeguata ed efficace!

Come mai una giornata mondiale per il diabete?

Il diabete è una malattia in espansione in tutto il mondo: nei paesi sviluppati, in quelli emergenti e in quelli ancora in via di sviluppo. Nelle zone del mondo più sviluppate (Europa, Nord America, Australia) cresce meno che in Africa, Asia e Sud America ma cresce comunque moltissimo.  Per questo la lotta al diabete è una delle tre emergenze sanitarie identificate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), insieme alla malaria e alla tubercolosi. In Italia è diabetico il 5,3% della popolazione (5,4% degli uomini e 5,2 % delle donne) pari a oltre 3 milioni di persone (dato ISTAT risalente al 2016). Per sensibilizzare led informare le persone su questa malattia nel 1991 l’OMS ha deciso di istituire questa giornata.

Cosa si intende per diabete?

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità e/o attività dell’insulina. L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule ß del pancreas, che consente al glucosio entrare nelle cellule di tutto l’organismo ed essere utilizzato in quanto fonte di energia. Se questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel sangue.

Non tutti i “diabeti” sono uguali

Nel 10% delle persone che soffrono di diabete è il pancreas a non produrre più insulina a causa della distruzione delle cellule ß: è questo il diabete di tipo 1 che generalmente insorge nell’infanzia o nell’adolescenza.  In questo tipo di diabete è necessario che l’insulina venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita. 
Sebbene la causa di questa forma non sia ancora nota, se ne conosce il coinvolgimento del sistema immunitario che produce auto-anticorpi che distruggono le cellule  del pancreas, questa caratteristica autoimmune del diabete 1  potrebbe essere legata a fattori ambientali oppure a fattori genetici. In questo senso la “predisposizione alla malattia” sarebbe geneticamente trasmissibile attraverso geni che interessano la risposta immunitaria e che, in corso di una banale risposta del sistema immunitario a comuni agenti infettivi, causano una reazione anche verso le cellule ß del pancreas, con la produzione di anticorpi diretti contro di esse.

Nel restante 90% di pazienti diabetici la malattia è costituita dal diabete di tipo 2 nel quale ci può essere ancora produzione di insulina (sebbene alterata) da parte del pancreas, ma si instaura una insulinoresistenza che riduce la risposta dell’organismo a questo ormone ostacolando l’utilizzazione del glucosio da parte delle cellule. Questo tipo di diabete si manifesta in genere dopo i 30-40 anni. 

Chi rischia di più?

I fattori di rischio associati alla sua insorgenza sono diversi: alcuni sono immodificabili mentre su altri è possibile intervenire.

  • Familiarità: circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia, mentre nei gemelli monozigoti la concordanza della malattia si avvicina al 100%, suggerendo una forte componente ereditaria per questo tipo di diabete.
  • Etnia: alcune popolazioni come per esempio gli indiani americani, gli ispanici e gli asiatici americani, proprio a causa di uno specifico corredo genetico, sono più propense a sviluppare diabete tipo 2.
  • Età: con l’avanzare degli anni si determina una fisiologica modificazione della composizione corporea (più grasso e meno muscolo), la capacità dei tessuti di “bruciare” gli zuccheri si riduce come gradualmente diminuisce anche l’attività fisica, tutto ciò aumenta progressivamente la resistenza all’insulina.
  • Obesità: più grasso è presente nell’organismo, più le cellule diventano resistenti all’insulina. Anche la distribuzione del grasso è importante: se è prevalente a livello addominale il rischio di diabete è maggiore rispetto a quando il grasso si raccoglie in altre sedi come fianchi o cosce.
  • Ridotta attività fisica: l’attività fisica aiuta a controllare il peso, migliora l’utilizzo di glucosio per la produzione di energia e riduce l’insulino resistenza rendendo le cellule più sensibili all’insulina. Uno stile di vita sedentario aumenta il rischio di sviluppo di diabete di tipo 2.
  • Ipertensione arteriosa e valori elevati di trigliceridi: queste sono condizioni che spesso si associano all’insulino-resistenza e dunque possono aumentare il rischio diabete.
  • Fumo: da una recente analisi clinico statistica di studi predittivi per l’insorgenza del diabete, si è visto che il fumo aumenta il rischio e lo fa in modo dose (numero di sigarette) dipendente.
  • Diabete gestazionale: si è visto che le donne che hanno sviluppato un diabete in gravidanza (il quale in genere si risolve dopo il parto) tendono a sviluppare più frequentemente diabete tipo 2 anche a distanza di anni.
  • Peso alla nascita: neonati che pesano più di 4 kg o meno di 2,5 kg sono più a rischio di sviluppare insulino-resistenza e diabete da adulti.
  • Pregresse alterazioni della glicemia: il diabete è spesso preceduto da modesti aumenti, non diagnostici della glicemia. Coloro che presentano queste alterazioni sono ad elevato rischio di sviluppare diabete tipo 2.


L’insieme di questi fattori rende possibile fare delle previsioni sull’insorgenza della malattia di tipo 2 e la loro conoscenza ha consentito di redigere un questionario con il quale è possibile conoscere le probabilità che ha una persona non diabetica di sviluppare un diabete di tipo 2 nell’arco dei successivi 10 anni.

Dai fattori di rischio risulta peraltro evidente che le strategie di prevenzione si basano su uno stile di vita adeguato, che comprende sia gli aspetti nutrizionali che l’esercizio fisico.

Cosa può provacare negli anni un diabete mal controllato?

Le complicanze acute sono più frequenti nel diabete tipo 1 e sono in relazione alla carenza pressoché totale di insulina. In questi casi il paziente può andare incontro ad un accumulo di chetoni (prodotti dell’alterato metabolismo glicidico) che causa disidratazione e gravi alterazioni ematiche fino alla perdita di coscienza. 

Nel diabete tipo 2 le complicanze acute sono piuttosto rare, mentre sono molto frequenti le complicanze croniche dovute ad anni di iperglicemia non controllata e che interessano diversi tessuti ed organi:

  • occhi: il danno a carico dei piccoli vasi sanguigni che irrorano la retina causa perdita delle facoltà visive. Inoltre, le persone diabetiche hanno maggiori probabilità di sviluppare malattie come glaucoma e cataratta;
  • reni: nel tempo si determina una progressiva riduzione della funzione di filtro del rene che, se non trattata, può condurre all’insufficienza renale fino alla necessità di dialisi e/o trapianto del rene;
  • apparato cardiocircolatorio: il rischio di malattie cardiovascolari è da 2 a 4 volte più alto nelle persone con diabete;
  • sistema nervoso periferico: la neuropatia diabetica è considerata la maggiore complicanza del diabete non solo per la sua grande prevalenza (colpisce oltre il 20% dei diabetici) ma anche per la sua accertata relazione con una ridotta aspettativa e qualità di vita. Il danno ai nervi è causa di perdita di sensibilità, dolore di diversa intensità e disfunzioni a carico di numerosi organi (cuore, occhi, stomaco, organi sessuali…);
  • piede diabetico: le modificazioni della struttura di vasi sanguigni e nervi provocate dal diabete, possono causare ulcerazioni agli arti inferiori (soprattutto ai piedi) che possono aggravarsi fino a rendere necessaria l’amputazione;
  • sistema immunitario: l’iperglicemia compromette direttamente l’immunità cellulare ed i pazienti diabetici sono dunque più suscettibili alle infezioni .

Queste gravi complicanze hanno come conseguenza una possibile riduzione dell’aspettativa di vita delle persone con diabete di tipo 2 fino a dieci anni.

Ad oggi esistono molti farmaci che vengono impiegati per il controllo della glicemia e costante è la ricerca scientifica per la messa a punto di terapie innovative tese anche a migliorare l’aderenza alla terapia dei pazienti diabetici. Infatti uno dei problemi principali di questi pazienti è proprio l’assunzione regolare della terapia nel tempo, insieme ad una buona gestione dei controlli glicemici ed ai cambiamenti dello stile di vita necessari.

Una malattia “subdola”

La sintomatologia classica del diabete è caratterizzata da stanchezza, aumento della sete, aumento della diuresi, perdita di peso non ricercata (a volte addirittura concomitante all’aumento dell’appetito), malessere, dolori addominali, sino ad arrivare, nei casi più gravi, a confusione mentale e perdita di coscienza.
Tuttavia mentre per il diabete 1 l‘esordio solitamente è acuto, per il diabete di tipo 2 avviene in maniera più graduale e silente, poiché l’iperglicemia si sviluppa gradualmente e all’inizio non dà sintomi evidenti, i quali tendono piuttosto a comparire quando la malattia è già presente da anni. 

Perchè venire in farmacia?

L’educazione alla prevenzione, la diagnosi precoce e l’aiuto ad aderire alla terapia sono gli strumenti che consentono di ridurre e/o rallentare le complicanze causate dalla malattia aumentando le aspettative di vita dei pazienti diabetici e migliorandone la qualità!

Grazie  al loro ruolo come presidio della salute ed alla loro distribuzione capillare sul territorio, le farmacie sono in grado di fare:

  • screening attraverso autoanalisi per la glicemia che possono essere effettuate in qualsiasi momento (se la persona è a digiuno) e che rendono possibile l’individuazione di pazienti diabetici inconsapevoli;
  • prevenzione delle complicanze educando ed aiutando il paziente diabetico ad aderire nel miglior modo possibile alla terapia assegnatagli dal medico; 

Sebbene tutto questo le farmacie lo facciano già nel loro quotidiano, da alcuni anni aderiscono anche al progetto nazionale DIADAY con il quale, proprio in occasione della giornata mondiale del diabete, offrono la loro collaborazione per rendere più efficace la prevenzione del diabete e delle sue conseguenze sulla salute!
L’anno scorso, durante questo periodo di novembre, le farmacie italiane hanno sottoposto 116.097 soggetti (dichiaratisi non diabetici) allo screening (misurazione glicemia e test che valuta il rischio di sviluppo diabete) e di questi, sono risultati diabetici 4.893, pari al 4,21%.