FONDAMENTALE: non si devono mai assumere per alcun motivo le compresse allo iodio senza una reale indicazione.

A causa degli ultimi sviluppi sulla guerra in ucraina, si è iniziato a parlare molto di capsule o soluzioni contenenti ioduro di potassio (KI). Per questo risulta di primaria importanza fare chiarezza sul loro utilizzo per garantirne una somministrazione corretta.

Le compresse allo iodio hanno lo scopo di ridurre l’accumulo di radiazioni nel nostro organismo, specialmente a livello della tiroide, riducendo fortemente il rischio di tumore tiroideo.
Il principio del loro funzionamento consiste nel saturare le riserve di iodio “buono” nella tiroide impedendo l’assorbimento di altri isotopi radioattivi dello iodio.
Questi isotopi come il I-131 rilasciano per decadimento notevoli quantità di particelle beta. Queste consistono in elettroni ad alta energia emessi dai nuclei di atomi instabili che penetrano profondamente nella cute (1-2 cm) e causano danni sia al tessuto epiteliale sia a quello sub-epiteliale.
Queste compresse sono state ideate per una assunzione in caso di disastro nucleare o anche impiego di armi atomiche, così da aumentare la protezione del proprio organismo.
Un incidente in una centrale nucleare causerebbe un rilascio massivo di iodio radioattivo e altri prodotti radioattivi, esponendo la popolazione a un severo rischio.
Le compresse di ioduro di potassio hanno un’efficacia del 95% nella prevenzione dei casi di intossicazione se somministrate 1 h prima dell’esposizione all’agente radioattivo. Tuttavia, l’efficacia si riduce significativamente col tempo, infatti dopo due ore avrà un’efficacia dell’80% e dopo 24 h non offrirà alcuna protezione.
OMS indica il tempo di protezione della tiroide di circa 24/48 ore dopo ogni somministrazione.

Lo ioduro di potassio può essere somministrato sotto forma di compresse, capsule o come soluzione sovrasatura. In Italia non esiste un medicinale realizzato industrialmente, e immediatamente disponibile all’acquisto delle farmacie italiane. È quindi ritenuto un farmaco orfano.
Gli unici modi, quindi, di poter ottenere un farmaco a base di potassio ioduro sono:
–       acquistarlo dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare che però lo fornisce solamente in caso di emergenze,
–       importarlo dall’estero,
–       richiederne la preparazione su ricetta medica ad una farmacia Galenica

Molto importante sapere che il composto è efficace solo per la contaminazione interna da iodio radioattivo e non ha alcun beneficio nella contaminazione interna da nessun altro elemento radioattivo (uranio, plutonio, ecc…)

FONDAMENTALE: non si devono mai assumere per alcun motivo le compresse allo iodio senza una reale indicazione.

Infatti, la dose utilizzata allo scopo di protezione dalle radiazioni (130mg) è di 1000 volte più alta rispetto al fabbisogno giornaliero di iodio (0,100mg).
A queste dosi elevate possono presentarsi effetti collaterali come: acne, perdita di appetito o disturbi di stomaco (soprattutto durante i primi giorni, mentre il corpo si adatta al farmaco). Gli effetti collaterali più gravi che richiedono la notifica di un medico sono: febbre, debolezza, stanchezza insolita, gonfiore al collo o alla gola, ulcere della bocca, eruzioni cutanee, nausea, vomito, dolori di stomaco, battito cardiaco irregolare, intorpidimento o formicolio delle mani o dei piedi, o un sapore metallico in bocca.
Inoltre, può essere causa di ipertiroidismo sia di ipotiroidismo in base alla soggettività della persona.

Infatti, nel primo caso lo iodio presente in grandi quantità permette un aumentata produzione di T3 e T4 portando ai tipici sintomi come produzione eccessiva di calore corporeo, dimagrimento eccessivo e comparsa del gozzo.

Nel secondo caso invece la aumentata produzione di T4 provoca una risposta di feed-back negativo a livello ipofisario dato che, anche incrementi minimi sono in grado di sopprimere il rilascio di TSH.