Con l’arrivo della bella stagione, e a dire il vero sempre più precocemente, ricompaiono anche le zecche
Questi parassiti amano il caldo e l’umidità, per questo la loro attività è massima nei mesi più caldi ma l’innalzamento della temperatura degli ultimi anni sta progressivamente aumentando il periodo in cui restano attive.
 
Negli ultimi anni la presenza di questo parassita nelle nostre montagne, ma anche nella bassa pianura e in città, è aumentata: capita sempre più frequentemente di incorrere nel possibile morso di questo parassita anche nel giardino di casa o in un parco della città!

Cosa sono le zecche?

ILe zecche sono ectoparassiti (cioè il loro parassitismo si svolge all’esterno dell’ospite), artropodi (cioè sono in possesso di zampe articolate), ematofagi (si nutrono del sangue dell’ospite come le zanzare) appartenenti alla classe degli Arachnidi (la stessa di acari, ragni e scorpioni per intenderci!).

Il loro ciclo biologico, dopo la schiusa delle uova, avviene in tre stadi: larva, ninfa e adulto. Il passaggio da uno stadio a quello successivo richiede un pasto di sangue che per le femmine è necessario anche per la maturazione delle uova.

Per questo vengono trasportate dagli animali selvatici (ma anche domestici).
La loro dimensione può variare a seconda dello stadio di sviluppo.

Le ninfe e gli adulti utilizzano la vegetazione per raggiungere una determinata altezza dal suolo, si arrampicano su steli erbosi o cespugli dove si ancorano in attesa di captare la presenza di ospiti attraverso la ricezione di segnali chimici o termici (possiedono un organo, posto sulle zampe, che rivela la presenza di anidride carbonica, ammoniaca, acido lattico e movimento).
 
La zecca si attacca all’ospite conficcando il rostro (l’apparato buccale) nella cute e inizia a nutrirsi alternando momenti di suzione e di rigurgito, il morso è indolore perché viene secreta una sostanza anestetica.

Perchè sono pericolose?

Di per sè il morso della zecca non è pericoloso, lo diventa però a causa dei microorganismi che possono passare all’ospite durante il suo “pasto”, trasmettendo in questo modo alcune malattie.

Tra queste, le più temute sono il Morbo di Lyme e la TBE (encefalite da zecca).
 
Il morbo di Lyme è provocato dalla Borrelia, un batterio i cui serbatoi  si trovano in una grande varietà di mammiferi che lo trasmettono alla zecca quando questa si nutre su di essi. I sintomi della malattia comprendono il caratteristico eritema migrante spesso accompagnato da stanchezza, febbre, brividi e mal di testa
Successivamente (anche a distanza di anni) si possono manifestare sindromi neurologiche, miocardiche ed artritiche.
La TBE è invece provocata da un virus che circa nel 70%-80% dei casi provoca un’infezione senza sintomi o comunque poco rilevanti, che può passare inosservata. Tuttavia nel restante 30%-20% dei casi, dopo un periodo che va dai 3 ai 28 giorni dal morso, si possono presentare dei sintomi iniziali di tipo influenzale (febbre alta, forte mal di testa, mal di gola, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni) e dopo un breve miglioramento di alcune settimane, può avere inizio una fase caratterizzata da disturbi del sistema nervoso centrale con conseguenze che possono essere permanenti ed invalidanti.
Per questa malattia esiste un vaccino che viene inoculato in tre dosi successive nell’arco di un anno: la vaccinazione nella nostra regione è gratuita e la copertura è di 3 anni.

Come possiamo evitare il morso delle zecche?

Sicuramente è utile avere qualche accorgimento quando decidiamo di intraprendere una passeggiata nella natura.

Prima di partire indossiamo un abbigliamento appropriato, meglio se di colore chiaro (rende evidente la presenza delle zecche) in grado di coprire quanto più possibile il corpo (camicia a manica lunga, pantaloni lunghi, infilando la camicia nei pantaloni e questi nei calzini) e proteggiamo i piedi con scarpe alte alle caviglie.
Se la nostra escursione si svolge in un territorio nel quale è nota la presenza dei zecche, applichiamo prodotti repellenti (specifici per questo parassita) sulle parti scoperte e sui vestiti, seguendo scrupolosamente le avvertenze riportate sui prodotti.
 
Durante la nostra passeggiata camminiamo al centro dei sentieri, facciamo attenzione a non sostare o sederci nell’erba alta o in prossimità di cespugli e di vegetazione incolta.
 
Al nostro rientro spazzoliamo i vestiti e gli zaini (meglio se prima ancora di entrare in casa) poi laviamoci e controlliamo tutto il corpo (meglio se con l’aiuto di un’altra persona) senza trascurare la schiena, il cuoio capelluto, le parti intime e la zona intorno all’ombelico.

Quali repellenti e come usarli?

In commercio esistono repellenti che funzionano bene anche contro le zecche e si applicano sulla cute libera.

Principalmente sono a base di DEET (il più efficace) e icaridina (il meno irritante) , le ore di protezione aumentano al crescere della % di sostanza contenuta al loro interno.
 
E’ buona norma spruzzare questi repellenti anche su indumenti e calzature sebbene per questo impiego la permetrina sia la sostanza più adatta poichè non macchia, è quasi inodore e resiste alla degradazione per effetto della luce, del calore, dello sfregamento o dell’immersione in acqua. 
La permetrina oltre che repellente è un insetticida, non deve essere applicata sulla cute, ma solo sugli indumenti e l’attrezzatura (scarponi, tende, zaini ecc.) lasciandoli poi all’aria per almeno 3 ore (meglio se una notte intera) prima di utilizzarli. La sua attività resiste fino a 6 settimane ed anche dopo alcuni lavaggi.

E se, nonostante tutto, troviamo una zecca?

Dobbiamo rimuoverla subito, infatti la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale al tempo di permanenza della zecca sull’ospite. 

Per la sua rimozione bisogna assolutamente evitare di cospargerla con sostanze oleose o irritanti (indurrebbero il rigurgito da parte del parassita), proteggersi le mani ed utilizzare una pinzetta (ne esistono di specifiche in commercio) afferrando la zecca il più vicino possibile al punto di inserzione nella cute e tirandola delicatamente senza strappi fino al distacco, facendo attenzione a non schiacciarne il corpo, la qual cosa aumenterebbe il rischio di infezione dagli eventuali microbi liberati dal parassita.

La parte va poi disinfettata evitando prodotti che colorano la pelle che non ci permetterebbero di riconoscere eventuali arrossamenti.

Quindi eliminiamo la zecca bruciandola o semplicemente incollandola in un pezzo di adesivo che poi ripieghiamo su stesso e buttiamo nella spazzatura.

Ricordiamoci di annotare la data di rimozione e la località in cui si è stati morsi.
Per un periodo di 30-40 giorni osserviamo quotidianamente l’eventuale comparsa di segni d’infezione.
 
In caso di arrossamento in corrispondenza del morso o di comparsa di sintomi generali di tipo simil-influenzale (febbre, stanchezza, dolori muscolari ed altro) andiamo dal nostro medico al quale riferiremo anche la data ed il luogo in cui siamo stati morsi dalla zecca!

Passa in farmacia a ritirare il piccolo vademecum sulle zecche che abbiamo appositamente preparato e BUONE  PASSEGGIATE!!!!!!

Le informazioni di questo articolo non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico.