Il non corretto utilizzo, l’inesperienza, le cattive abitudini e qualche falso mito possono rendere le mascherine più un problema che un aiuto.

Tipi di mascherine:

In commercio si trovano principalmente due tipologie di mascherina.
 
Il primo tipo, noto come mascherina chirurgica, è il più semplice e consiste in un insieme di strati di tessuto-non-tessuto che formano una barriera impenetrabile alle goccioline liquide ma permeabile all’aria, e tipicamente viene agganciata alle orecchie con una piccola banda elastica.
 
Il secondo tipo, noto anche come respiratore di sicurezza o maschera anti-inquinamento N95, è un dispositivo di protezione individuale più sofisticato, certificato per riuscire a filtrare almeno il 95% delle particelle sospese nell’aria, inclusa l’eventuale presenza del coronavirus. Le maschere N95 sono note anche con la sigla Ffp3 (filtering face piece di terzo livello), ma in commercio si trovano anche le Ffp2 (che garantiscono protezione all’89%) e Ffp1 (al 75%), con prestazioni ovviamente inferiori.

Limiti mascherine chirurgiche

Il tipo di protezione garantito da una mascherina chirurgica è tutt’altro che completo. Anzitutto, difficilmente un oggetto di questo tipo aderisce perfettamente al volto di chi la indossa, e lascia dunque delle fessure attraverso cui il virus (e non solo) può comunque passare. Per di più, naso e bocca non sono le uniche vie d’accesso attraverso cui il coronavirus può entrare nel corpo umano, ma andrebbero inclusi anche gli occhi e in generale le mucose corporee.
Questo genere di mascherina è stata concepita soprattutto per proteggere non chi la sta indossando, ma le persone che stanno intorno. La funzione di schermatura dalle goccioline di saliva, infatti, è adeguata quando questi liquidi escono dalla bocca o dal naso di chi la porta, mentre funziona molto peggio come barriera d’ingresso, proprio per le aperture che inevitabilmente restano.

Problemi delle mascherine N95 

Il livello di protezione del 95% garantito da questi strumenti è reale solo se vengono indossate correttamente.
Il respiratore N95, inoltre, in generale rende più difficoltoso il passaggio dei flussi d’aria, quindi può essere fastidioso o problematico da indossare per chi abbia disfunzioni respiratorie o manifesti già sintomi alle vie aree, inclusi quelli provocati dal coronavirus. Tosse e affanno respiratorio possono infatti essere aggravati dall’uso di questo tipo di mascherina.

Come indossare, rimuovere e smaltire in modo corretto una mascherina

È importante seguire alcune regole per indossare, rimuovere e smaltire in modo corretto una mascherina.

Altrimenti questo dispositivo, usato per ridurre il rischio di contagio, “invece di proteggerci può diventare una fonte di infezione a causa dei germi che potrebbero depositarsi sopra”. Lo spiega l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in un videotutorial pubblicato sul suo sito web.

1. Prima di indossare una mascherina, pulire le mani con un disinfettante a base di alcol o con acqua e sapone

2. Nel coprire la bocca e il naso, assicurarsi che non vi siano spazi tra il viso e la mascherina

3. Evitare di toccare la mascherina mentre la si utilizza e, se necessario farlo, pulire prima le mani con un detergente a base di alcool o acqua e sapone

4. Sostituire la mascherina con una nuova non appena è umida e non riutilizzare quelle monouso

5. Per togliere la mascherina: rimuoverla da dietro (senza toccare la parte anteriore); buttarla immediatamente in un contenitore chiuso; pulire le mani con un detergente a base di alcool o acqua e sapone

Precauzioni importanti

L’uso della mascherina, anche quando corretto, non deve farci dimenticare le altre precauzioni perché la prevenzione è ”un lavoro di squadra”:
 
Evitare il contatto diretto con persone malate o con superfici e oggetti potenzialmente infetti.
 
Lavarsi le mani di frequente, con acqua calda e sapone per almeno mezzo minuto oppure con un disinfettante a base alcolica.

Evitare di portare le mani al volto
 e non toccare il cibo con le mani sporche.
 
Il coronavirus sulla pelle infatti non può provocare l’infezione, ma quest’ultima avviene solo se si porta il virus in contatto con le mucose.
FONTI: Ministero della Salute, Organizzazione Mondiale della Sanità, Wired