Il profumo, gocce di elisir prezioso che racchiudono anni di storia e di innovazione. Il mistero che lo avvolge e il potere espresso dalle sue note vedono nel naso profumiere il loro artefice. Poco si parla di questa figura, a volte rimane addirittura sconosciuta lasciando spazio all’immaginazione quasi come se il profumo non avesse un’origine ma fosse un dono della natura già perfetto.

Il maitre parfumeur

Il maitre parfumeur può essere considerato come il pittore di un’opera d’arte o come il compositore di un brano unico. Il suo compito è quello di dare vita ad un’idea o ad un’emozione. Può lavorare seguendo una sua ispirazione o per terzi come brand di alta moda.

 

Non a caso, questa arte richiede figure preparatissime e con talenti sopra la media: i profumieri memorizzano dalle 400 alle 500 materie prime diverse e ne riconoscono il doppio rispetto ad una persona normale. Inoltre, di fronte ad un nuovo profumo sono in grado di distinguere e descrivere al volo le note di testa, di cuore e di fondo cosa impossibile per un naso inesperto.

Bisogna quindi avere un dono, nel sentire odori che per altri sono impercettibili e stimolarlo poi con studio e dedizione. Non molti anni fa, questo prezioso lavoro veniva spesso tramandato di padre in figlio, con il fanciullo che già da piccolo era immerso tra ampolle di profumi ed essenze. In altri casi capitava che l’aspirante profumiere venisse accolto nella bottega di qualche rinomato naso del tempo che da insegnante spiegava tutti i segreti nascosti dietro a quelle gocce profumate. Questo è un po’ quello che accade oggi presso l’ISIPCA di Parigi o il Grasse Institute of Perfumery.

 

Queste scuole prestigiose arruolano ogni anno, con selezioni molto rigide, nuovi aspiranti profumieri che stimolano e definiscono la loro memoria olfattiva. Dapprima imparano a riprodurre gli odori della natura, come una rosa bagnata dalla rugiada mattutina, il caldo profumo del gelsomino estivo e poi li fissano nella mente memorizzandoli. Il passo successivo è quello di studiare e capire le possibili interazioni, il connubio di note che può generare un’essenza unita ad un’altra, le emozioni che può suscitare fino ad arrivare alla creazione del profumo.

 

Nel mondo moderno però il profumo non è solo appannaggio del naso, questo mercato in ascesa pullula di figure nuove a lui complementari ognuna preparata per un preciso compito e tutti collaborano per portare al cliente un’esperienza. Si parte dall’assistente del profumiere che verifica i vari criteri di stabilità come la messa in alcool, si passa successivamente al team di valutazione che effettua test tecnici e commerciali. Le esigenze di mercato richiedono poi un esperto in marketing olfattivo che sia aggiornato sui trend del momento così come un ricercatore di materie prime. Quest’ultimo è alla ricerca costante di nuovi spunti e stimoli, viaggia per scovare nuove materie prime, per conoscere nuove metodologie di estrazione e di riproducibilità.

Le tecniche di estrazione

Le tecniche di estrazione sono molteplici e hanno permesso di ottenere le essenze pure che in natura non sono mai sole ma fanno parte di complessi all’interno di petali di fiori, di cortecce, di bucce e non solo. Ogni materia prima, con le sue caratteristiche richiede una precisa tecnica di estrazione che permette di ottenere la massima concentrazione di olio essenziale senza modificarne i tratti. Tra gli esempi più antichi vi è la spremitura delle bucce degli agrumi per ottenere gli oli essenziali di arancio, mandarino, cedro e limone. L’enfleurage è invece la tecnica riservata ai petali più delicati come quelli della rosa, della tuberosa e del gelsomino. Si tratta di fiori che hanno un’attività funzionale persistente e rilasciano la loro essenza anche dopo ore che sono stati recisi. Le corolle vengono finemente tritate e poste su lastre di vetro precedentemente cosparse di grasso. Si tratta di una tecnica ormai quasi del tutto abbandonata per via dei costi altissimi. Basti pensare che per ottenere un grammo di essenza di gelsomino sono necessari circa 8000 fiori.

Il ricercatore di materie prime può poi rifarsi a tecniche più moderne per ottenere essenze da presentare al naso, come il processo dell’head space. Si tratta di un metodo nuovo che mantiene però la poesia di quelli più antichi. Introdotto solo dagli anni 70 ha permesso di riprodurre gli odori gradevoli di quei fiori per i quali non era stato fino a quel momento possibile ottenere l’olio essenziale. Il fiore viene racchiuso in un involucro che può assumere le dimensioni più disparate e tutto affinché si adatti in maniera perfetta alla conformazione dei suoi petali. L’aria profumata rimasta all’interno, chiamata head space, viene raccolta da un microrecettore per un periodo che può durare anche qualche ora ed è lei, così impalpabile ad essere estratta e da essa si ottengono gocce preziosissime che vengono studiate tramite cromatografia e spettrometria di massa. Tramite l’head space si è potuto vedere che nel corso della giornata il fiore può rilasciare più di 400 molecole olfattive diverse a concentrazioni variabili nelle 24 ore. Quasi come un individuo umano e gli ormoni che produce, che durante il giorno variano in tipologia e quantità.

Perciò il maitre parfumeur ha dalla sua parte figure professionali preparate che mettono a sua disposizione un ventaglio di essenze vario, ampio che si basa su molecole già presenti in natura, che vengono riprodotte in laboratorio o totalmente di sintesi. Viene istruito sulle mode del momento e viene accompagnato nella fase più tecnica della messa appunto del profumo che decreta la possibilità di poter concretizzare quella precisa idea o se è necessario procedere con delle accortezze.

Al naso non rimane che creare, unire note diverse, sorprendere con accostamenti mai sentiti prima e suscitare emozioni in chi entra a contatto con le sue opere.

Da qui, da questa compagine di addetti ai lavori si genera la differenza tra profumo di nicchia e commerciale: la cura e l’attenzione racchiuse in ogni singolo passaggio decretano l’opera. Quelle poche gocce o vaporizzazioni che sanno far sognare, portare in un altro luogo, addirittura nel passato con un velo di nostalgia.

Il profumo di nicchia va provato, vieni anche tu a fare la tua esperienza in Farmacia.